Contenimento, protezione, conservazione e commercializzazione. Queste quattro funzioni sono state per decenni gli unici criteri considerati nella progettazione degli imballaggi. La crescente attenzione di istituzioni, filiera e consumatori verso il tema della sostenibilità ambientale ha portato le aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi a rivalutare le proprie scelte in un’ottica di riduzione degli impatti. Le strategie e ambiti di intervento sembrano essere molteplici: contenuto di riciclato, riciclabilità, utilizzo di materiali bio-based e/o più circolari; ma emerge chiaramente come non esistano soluzioni universalmente valide. La presenza di vincoli tecnologici e legislativi, nonché le differenze nella gestione a fine vita nei diversi mercati di destinazione sono solo degli esempi di variabili che possono influenzare le performance ambientali di un imballaggio e di conseguenza le scelte aziendali.
Né deriva quindi che la progettazione delle configurazioni di imballaggio deve prendere in considerazione l’intero ciclo di vita dei materiali ed avere una visione quanto più ampia possibile sui diversi aspetti ambientali. In questo il Life Cycle Assessment si dimostra lo strumento più adatto e può essere declinato in forme differenti a seconda dell’obiettivo.
Per i produttori di imballaggi le principali applicazioni possono essere:
- Studi di Life Cycle Assessment dei propri prodotti per analizzare gli hot-spot ambientali, così da identificare le aree di miglioramento;
- Sviluppo di strumenti per l’eco-design, utili in particolare ai reparti R&D per avere una visione preliminare degli impatti ambientali fin dalle primissime fasi di sviluppo di nuovi prodotti;
- Redazione di Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (o Environmental Product Declaration EPD), ovvero strumenti per la comunicazione dei risultati di uno studio LCA condotto secondo regole comuni per il settore degli imballaggi. L’attività di verifica condotta da un ente terzo accreditato garantisce il dato lungo la filiera.
Per gli utilizzatori di imballaggi
- Studi di Life Cycle Assessment comparativi e supporto alle aziende per la scelta delle configurazioni e degli imballaggi ottimali per il proprio prodotto. Da uno studio LCA comparativo solitamente emergono dei risultati contrastanti nei diversi aspetti ambientali (trade-off tra categorie d’impatto), i quali possono essere gestiti tramite sistemi di analisi multi criterio, quali ad esempio la pesatura;
- I consumatori devono essere messi nella condizione di poter identificare in maniera efficace prodotti a scaffale con un packaging a minor impatto ambientale. Studi di Life Cycle Assessment o Footprinting verificati possono quindi essere alla base di claim ambientali sviluppati secondo la ISO 14021.
Da anni Spinlife si occupa di valutare la sostenibilità del packaging e di proporre soluzioni più sostenibili e circolari alle aziende. Alcuni esempi sono gli studi condotti in cooperazione con Tetrapak per i loro contenitori in poliaccoppiato, con Sammontana per l’eco-progettazione del Barattolino in carta, con Sirmax per la definizione delle caratteristiche del loro nuovo compound green, con Plastotecnica per l’analisi dei loro film plastici e SDR Pack per migliorare la loro gamma di prodotti. Inoltre, ogni anno Spinlife collabora con Nomisma per l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo. Questa partnership ha portato alla luce il fatto che i consumatori siano sempre più attenti alle caratteristiche di sostenibilità dell’imballaggio.
Il nostro impegno quindi si rivolge sia ad organizzazioni private, supportandole nel design di packaging a ridotto impatto ambientale, sia ad enti pubblici, attraverso la definizione di norme e criteri per l’utilizzo sostenibile di risorse. In questo modo massimizziamo il valore delle nostre ricerche, know-how ed esperienza offrendolo ad un ampio numero di stakeholder al fine di raggiungere miglioramenti ambientali significativi sia in ambito pubblico che privato.